Abitare oggi: il ruolo delle Aziende Casa dell’Emilia-Romagna


15 Aprile 2025|4 Minuti

Venerdì 28 marzo si è tenuto un importante convegno promosso dalle Aziende Casa dell’Emilia-Romagna dedicato all’attuazione delle politiche abitative negli enti locali. L’incontro è stato un’occasione di confronto tra istituzioni, enti gestori e mondo della ricerca, per fare il punto su un tema sempre più urgente: l’evoluzione della domanda di edilizia residenziale pubblica e le nuove fragilità sociali che interpellano il sistema abitativo regionale.

Durante la giornata sono stati presentati i risultati di due ricerche strategiche che fotografano con chiarezza il cambiamento in atto:

  • ART-ER ha illustrato uno studio dal titolo “Come cambiare l’edilizia residenziale pubblica: caratteristiche, fragilità e nuovi bisogni”, offrendo una lettura aggiornata del patrimonio edilizio pubblico e dei mutamenti demografici e sociali delle famiglie coinvolte.
  • Nomisma ha portato in evidenza lo “Studio sul valore sociale generato dalle ACER della Regione Emilia-Romagna”, approfondendo le prospettive future delle politiche abitative e il ruolo sempre più centrale che le ACER ricoprono sul territorio.

Come evidenziato da Serena Maioli, responsabile dell’unità Ecosistemi Urbani e Innovazione di ART-ER, il patrimonio ERP oggi si confronta con una grande fragilità economica: oltre il 40% degli assegnatari paga un canone mensile inferiore a 100 euro. Questo dato testimonia un’ampia fascia di popolazione in condizioni di forte vulnerabilità, che rende complessa la gestione stessa del patrimonio da parte delle aziende. Inoltre cambia anche il profilo socio-demografico dell’utenza: aumentano le famiglie numerose, le presenze straniere, le situazioni con figli minori a carico. Una trasformazione che spinge a rivedere non solo le modalità di assegnazione, ma anche la tipologia e i servizi legati agli alloggi ERP.

Marco Buttieri, presidente di Federcasa, ha ricordato come le ACER siano nate all’inizio del Novecento per offrire case agli operai. Oggi però, le condizioni sociali ed economiche sono mutate e la sola gestione immobiliare non basta più. Diventa fondamentale integrare un supporto sociale che metta al centro la persona, rafforzando il dialogo con gli enti locali.

Una visione condivisa anche da Marco Bertuzzi, presidente di CISPEL Emilia-Romagna, che ha sottolineato l’urgenza di un’integrazione tra le politiche regionali e comunali. Le ACER devono sapersi adattare a un panorama in evoluzione, in cui la richiesta di casa popolare assume forme sempre più complesse.

Secondo Giulia Angelelli, dirigente del settore politiche abitative della Regione Emilia-Romagna, uno dei nodi principali resta quello delle risorse economiche. Il monte canoni oggi disponibile non è sufficiente per garantire la rigenerazione degli alloggi, un’operazione necessaria per rispondere alle esigenze di turnover e assegnazione. La Regione ha già investito molto in questi anni, ma per liberare e riqualificare almeno 5.000 nuovi alloggi servono fondi aggiuntivi. Al tempo stesso diventa sempre più cruciale la sostenibilità sociale degli interventi: non si tratta solo di offrire una casa, ma di accompagnare i nuclei familiari più fragili con servizi mirati e un’assegnazione gestita in sinergia con i Comuni.

Marco Panieri, presidente ANCI Emilia-Romagna, ha rimarcato l’importanza di partire dai dati per costruire politiche abitative efficaci. I numeri raccontano infatti l’aumento delle fragilità e l’emergere di nuovi bisogni abitativi: una sfida che richiede risposte concrete, capaci di tradursi in investimenti per rigenerazione, sostenibilità e riqualificazione.

In conclusione, Giovanni Paglia, assessore alle politiche abitative della Regione, ha ribadito il ruolo decisivo del pubblico nel garantire un’offerta di alloggi a canone calmierato. Alla luce dei cambiamenti sociali in atto, diventa indispensabile aumentare in modo significativo la disponibilità di edilizia residenziale pubblica, per garantire il diritto alla casa a una platea sempre più ampia e diversificata.