Anziani, abitare e nuove tecnologie

Promozione della salute, monitoraggio delle condizioni abitative e valorizzazione dello spazio relazionale. Sono questi i fattori fondamentali che permettono di definire le coordinate delle politiche di ageing in place in alloggi di edilizia pubblica e sociale. Accanto alla necessità di progettare nuove tipologie e modelli abitativi più aderenti ai bisogni  della popolazione anziana, promuovendo nel contempo l’abbattimento delle barriere architettoniche, emerge l’urgenza di introdurre all’interno del sistema di assistenza sociosanitaria (che dovrà essere integrato con la dimensione abitativa e territoriale) le nuove tecnologie di ICT. Il tema dell’innovazione tecnologica a supporto degli anziani, a partire anche dalle linee di indirizzo della Comunità Europea, si è negli anni sviluppato e articolato a tal punto da configurarsi come campo accademico e professionale autonomo. 

Le tecnologie connesse alla Rete e quelle che permettono interazioni on line e off line rappresentano una componente essenziale all’interno dell’ambito dell’innovazione sociale dei sistemi di welfare in generale, ma assumono una portata particolarmente significativa per fronteggiare il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione anziana. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) esprime un deciso orientamento tecnologico che incrocia un’altra tendenza che abbiamo individuato come ugualmente innovativa: la promozione della casa come luogo di cura.

Le tecnologie sono destinate a diventare sempre più parte integrante delle attività di vita quotidiana delle persone anziane compresi i processi di prevenzione e cura a domicilio, inclusione sociale e partecipazione attiva nella comunità di luogo. Proprio per questo motivo non possiamo trascurare il tema del digital divide. Negli ultimi mesi del 2021 il Comune di Bologna ha affidato a Doxa la realizzazione di una indagine sulla capacità della popolazione anziana residente nel capoluogo di utilizzo delle tecnologie digitali. La ricerca mostra che una quota significativa delle persone più anziane (in particolare gli over 75 anni) risulta ancora esclusa totalmente o parzialmente dalla possibilità di utilizzare le opportunità offerte dagli strumenti di comunicazione e connessione digitale che in occasione della pandemia si sono rivelate decisive per garantire un’adeguata qualità della vita. Questa ricerca dimostra quanto rilevato da altre ricerche nazionali: da un lato cresce la propensione della popolazione anziana ad utilizzare le nuove tecnologie; dall’altro permane uno zoccolo duro di cittadini che rischiano di rimanere esclusi dalle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, se non vengono messe in atto iniziative di avvicinamento e di formazione all’utilizzo dei dispositivi digitali e di supporto diretto ai fruitori. 

Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (che possono essere suddivise in categorie sulla base delle loro caratteristiche e dei meccanismi di funzionamento) sono molteplici. Anche limitando il raggio di esplorazione al solo ambito sociosanitario la tecnologia può supportare almeno cinque finalità (mission): assistenza e cura; self management della qualità di vita e del benessere; socialità; supporto al caregiver familiare o informale; supporto al caregiver professionale. Senza dimenticare che ogni funzione va messa in relazione al target di utenza e al setting del servizio.


Casa delle donne e Acer: insieme per la gestione delle case rifugio

Nella costante ricerca di migliorare l'assistenza e il supporto alle donne vittime di violenza, la presidente della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna Susanna Zaccaria e il presidente di Acer Bologna Marco Bertuzzi hanno firmato un importante protocollo per la gestione della manutenzione delle case rifugio e degli alloggi di transizione. Si tratta di un riconoscimento importante per il centro antiviolenza, e di un passo avanti nella qualità dell’ospitalità offerta alle donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita dalla violenza. 

Tra i servizi offerti dalla Casa delle donne c’è anche l’ospitalità, in alloggi di vario tipo. In particolare, il centro antiviolenza gestisce 17 posti letto di ospitalità in emergenza in Casa Save Ri-Uscire, tre case rifugio ad indirizzo segreto con 27 posti letto complessivi e 8 alloggi di transizione (18 posti letto). Di questi, gli alloggi di transizione e le case rifugio si trovano in appartamenti di proprietà del Comune e della Città metropolitana, in cui Acer gestisce la manutenzione straordinaria. 

Negli anniracconta Deborah Casale, responsabile della manutenzione ed RSPP della Casa delle Donne - abbiamo costruito un rapporto con Acer, che ha sempre riconosciuto la specificità degli alloggi del centro antiviolenza. Il protocollo che abbiamo firmato oggi non è solo un riconoscimento formale di questa specificità, ma una garanzia di maggiore sicurezza per le donne che si rivolgono a noi”.

Alcuni degli alloggi gestiti dalla Casa delle donne sono a indirizzo segreto, e le donne, i bambini e le bambine che vi abitano hanno esigenze particolari, trovandosi all’interno di un percorso di fuoriuscita dalla violenza. Per esempio, le donne non possono spostarsi in un altro appartamento durante i tempi necessari per una riparazione, gli appartamenti non sono abitati da un solo nucleo familiare, ed è importante avere un rapporto di fiducia con chi si occupa della manutenzione.  Il protocollo istituisce delle procedure dedicate per garantire che negli alloggi gestiti dalla Casa delle donne siano garantiti interventi puntuali e in sicurezza. Inoltre, il protocollo prevede l’individuazione di una o più squadre di manutenzione fisse, così da evitare che si moltiplichino i tecnici coinvolti nella manutenzione degli alloggi a indirizzo segreto. In questo modo, sarà possibile costruire un rapporto di fiducia tra le operatrici e i tecnici, e soprattutto garantire maggiore sicurezza alle donne alle bambine e ai bambini ospitati. 

Siamo molto felici di questo accordo – commenta la presidente della Casa delle donne Susanna Zaccariache per noi è prima di tutto il consolidamento di un rapporto di collaborazione già avviato da tempo. Il protocollo Acer riconosce la specificità degli alloggi che abbiamo in gestione e stabilisce delle procedure ufficiali per rispondere alle necessità di un centro antiviolenza, permettendoci di garantire maggiore sicurezza e stabilità alle centinaia di donne, bambine e bambini che ospitiamo ogni anno”. 

“È un’azione in cui crediamo molto – dice il presidente di Acer Bologna Marco BertuzziNe sono particolarmente orgoglioso perché siamo consapevoli della necessità di andare incontro alle esigenze di donne, spesso con figli minorenni, che in queste case hanno bisogno di protezione, riservatezza ed efficienza della struttura e degli impianti. I tecnici incaricati della manutenzione di questi alloggi saranno selezionati in modo da garantire alle operatrici un rapporto fiduciario, riservato e continuativo”.

Altrettanto soddisfatta la vice sindaca con delega alle Politiche abitative Emily Clancy: “Questo protocollo di collaborazione mette nero su bianco una buona pratica che viene incontro alle esigenze di cura e particolare attenzione necessarie nei percorsi di accoglienza delle vittime di violenza di genere. Un tassello che si va ad aggiungere alle iniziative che Acer e il Comune di Bologna hanno messo in campo per sostenere il lavoro dei Centri Antiviolenza, dagli accordi sulle case rifugio, alle modifiche regolamentari per facilitare l'accesso alle graduatorie ERP e alla casa per le donne che affrontano un percorso di uscita dalla violenza”.

Presente alla firma anche la responsabile del Piano per l’uguaglianza della Città metropolitana di Bologna Simona Lembi, che commenta: “Si tratta di un protocollo molto innovativo perché prevede azioni concrete e una gestione concordata degli interventi manutentivi ai fini della sicurezza di donne già vittime di violenza. Un altro importante tassello che si inquadra nel Piano per l’uguaglianza”.


Vita nelle Case Acer: la Bolognina si racconta

Nel cuore del quartiere Bolognina, la storia di Salvatore si intreccia con le case offerte da ACER Bologna portando con sé una testimonianza autentica. Soddisfatto dell'alloggio assegnato inizialmente al padre, Salvatore ci apre le porte della sua esperienza diretta, offrendoci uno sguardo nel mondo delle residenze gestite da ACER.

https://www.youtube.com/watch?v=iyoXsX_3trk

 


Il Quartiere Savena si trasforma con la riqualificazione energetica

Il quartiere Savena di Bologna ha recentemente accolto una visita speciale da parte del presidente di ACER, Marco Bertuzzi, e della vicepresidente Raffaella Pannuti che hanno voluto mostrare i risultati di nove mesi di intenso lavoro iniziato all'inizio del 2023. Questo lavoro mirava alla riqualificazione energetica delle zone di San Ruffillo e Foscherara, un progetto ambizioso che ha dato nuova vita e sostenibilità a questo angolo della città.

https://www.youtube.com/watch?v=iSR5yoCUx6g

Durante la visita, è emerso chiaramente che sono stati compiuti numerosi interventi di rifacimento energetico, concentrati principalmente su infissi e cappotto. Questi interventi sono fondamentali per migliorare l'efficienza energetica degli edifici e ridurre il consumo complessivo di energia.

Ma non è finita qui: il tema della sostenibilità è stato al centro del progetto, con l'introduzione di pannelli fotovoltaici che segnano un importante passo verso l'adozione di fonti di energia rinnovabile. Questo è solo l'inizio di un cammino verso un consumo energetico più responsabile e collettivo, con l'obiettivo di ridurre le bollette per gli assegnatari.

Il progetto mira non solo a migliorare la qualità della vita dei residenti, ma anche a ridurre i costi associati al consumo energetico. L'obiettivo è ambizioso: far sì che gli assegnatari paghino meno nelle bollette energetiche. Questa iniziativa non solo promuove un approccio più sostenibile all'energia, ma cerca anche di rendere più accessibili tali miglioramenti a tutti, garantendo un impatto positivo per la comunità locale.

In conclusione, la ristrutturazione energetica nel quartiere Savena è un successo che dimostra come sia possibile combinare efficacemente innovazione, sostenibilità e risparmio energetico.


Statistiche Urp 2023: quasi 80.000 risposte alle richieste degli utenti

Nella seguente infografica troverete un riassunto del lavoro svolto dall’Ufficio relazioni con il pubblico (Urp) di Acer nel 2023. Sono state fornite quasi 80.000 risposte agli utenti attraverso una molteplicità di canali attivati in sede, on line e sul territorio.

Nelle tabelle fornite troverete i dettagli delle transazioni avvenute, con oltre 33.000 transazioni registrate solo attraverso il Numero Verde.


Avviata da Acer la sezione sulla Trasparenza di Genere

ACER Bologna è entrata a far parte di un gruppo di lavoro trasversale per la promozione della cultura di genere nelle politiche per la trasparenza amministrativa insieme all’Azienda Sanitaria di Ferrara, l’Azienda Sanitaria di Modena, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna e l’Agenzia Regionale per il Lavoro.

Il Piano di azione del gruppo della Rete per l’integrità e la trasparenza (RIT) viene presentato in un format molto sui generis, al fine di consentire ai singoli attori di proporre progettualità e iniziative coerenti con le loro strategie operative nei diversi settori di competenza, notoriamente centrali per il benessere delle persone e delle comunità: lavoro, casa, salute. I singoli attori si accordano sostanzialmente sull’opportunità di implementare le pubblicazioni nell’Amministrazione Trasparente con dati aggiornati e disaggregati per genere, creando all’interno della sezione “Dati ulteriori” uno spazio informativo che si decide di nominare “Trasparenza di Genere”

È importante sottolineare fin da subito che la promozione della parità di genere è un obiettivo che la Regione Emilia-Romagna da anni promuove in modo trasversale e integrato in tutte le politiche regionali e in chiave territoriale. Questo approccio mainstreaming di genere ha una sua cornice normativa e strumenti ad hoc ben definiti. Il progetto speciale della RIT si inserisce coerentemente all’interno di questo sistema finalizzato a rafforzare il radicamento sul territorio di una cultura della parità di genere, avvalendosi della collaborazione di soggetti pubblici e privati. 

Nel corso del 2023 gli Enti della RIT che hanno aderito al progetto sulla parità di genere nelle politiche della trasparenza hanno condiviso alcune buone pratiche relativamente alla formazione per la diffusione della cultura di genere nell’ambito dell’organizzazione e della comunicazione e alla condivisione di dati, documenti e format di pubblicazioni sul sito dell'amministrazione trasparente, nella sottosezione “Dati ulteriori”, ove è stato creato lo spazio informativo “Trasparenza di genere”.

La pagina "Trasparenza di genere" di ACER Bologna

 


L’esperienza Habitat–Microaree a Trieste

In una società complessa dove le istituzioni e le competenze sono numerose, la risoluzione dei problemi delle famiglie e delle persone passa attraverso la creazione di un “sistema” nel quale si integrino fra loro interventi, servizi e prestazioni che, invece, spesso sono fra loro slegati o sovrapposti o addirittura in conflitto fra di loro. Tale obiettivo richiede un approccio di governance locale, che si traduca concretamente in intese per la programmazione e la gestione integrata degli interventi e nel coinvolgimento delle famiglie, delle associazioni e delle organizzazioni del terzo settore operanti nel territorio.

È in tale contesto che ha preso avvio dal 1998 una intesa fra il Comune di Trieste, l’Azienda sanitaria locale e l’ATER per un programma di integrazione dei rispettivi interventi e servizi, da ultimo denominato "Habitat-Microaree, salute e sviluppo della Comunità”. La sperimentazione iniziale ha riguardato un complesso residenziale di proprietà dell’ATER, abitato da 650 famiglie (circa 1.700 persone);  si è poi allargata ad altri caseggiati ATER ed è stata successivamente estesa ai territori limitrofi alle case popolari (“microaree”). Attualmente sono una quindicina le microaree oggetto di intervento integrato, ciascuna con una popolazione che si aggira da 1.000 a 2.500 abitanti. Attraverso questo programma sono stati messi a disposizione locali per lo svolgimento di servizi e attività a favore degli abitanti delle case gestite dall’ATER di Trieste, in particolare per lo svolgimento del servizio di “portierato sociale” e per attività di socializzazione, formative e ricreative, finalizzate a prevenire e ridurre l’emarginazione delle fasce più deboli della popolazione.

Ciascuna microarea dispone di una o più sedi. Le sedi sono dotate di attrezzature informatiche, che consentono il collegamento con i vari servizi per via telematica. In ciascuna Microarea il personale è costituito da un operatore a tempo pieno dell’Azienda sanitaria, che funge da “Referente” di Microarea, gli operatori di Cooperative sociali che svolgono per conto dell’ATER il servizio di portierato sociale, gli operatori di Cooperative sociali che svolgono attività socioeducativa per conto del Comune e, infine, i volontari facenti parte di Associazioni.

Il Servizio di Portierato sociale svolto dagli operatori delle cooperative sociali per conto dell’ATER prevede la rilevazione delle necessità d’intervento delle parti comuni e delle aree verdi del complesso per il successivo inoltro ai competenti uffici dell’ATER, anche attraverso procedure informatizzate, il servizio di relazione con il pubblico tramite il quale vengono fornite informazioni agli inquilini sui servizi e sulle prestazioni dell’ATER e degli enti che aderiscono al protocollo d’intesa “Habitat-microaree, salute e sviluppo delle comunità”.

Le sedi Habitat-microarea rispondono alle funzioni di luogo di aggregazione, di coesione sociale, rivolto a tutta la popolazione dell’area bersaglio con particolare riferimento ai gruppi più vulnerabili (disabili, minori in età scolare, donne, giovani e anziani). Nelle aree interessate dal programma, sono stati inoltre effettuati interventi di riqualificazione e manutenzione degli spazi comuni degli stabili e delle aree scoperte e si è iniziato un percorso di gestione partecipata di servizi e attività, attraverso il coinvolgimento degli abitanti. 

(a cura dell’ufficio gestione sociale dell’ATER di Trieste)


La direttrice di AbitoQui intervista il presidente di Acer

La rivista AbitoQui di ACER fa il suo esordio dopo il restyling, aprendo le pagine a un dialogo sui temi cruciali dell'abitare. In questo contesto, il Presidente Marco Bertuzzi e la Vicepresidente Raffaella Pannuti, che riveste anche il ruolo di direttrice della rivista, delineano i progetti ambiziosi del mandato in corso.

https://www.youtube.com/watch?v=bMA7kDADUQ0

Dopo un 2023 intenso, con numerosi cantieri dedicati alla riqualificazione energetica, ACER Bologna guarda con determinazione al 2024, proclamato dal Presidente Marco Bertuzzi come l'anno dei ripristini. Quest'anno infatti si prevedono una serie di iniziative ambiziose, mirate al recupero di alloggi inutilizzati da anni, seguendo la strategia abitativa del Comune di Bologna e puntando al traguardo dello sfitto zero. Il cuore del progetto è la volontà di rendere abitabili alloggi attualmente vuoti.  ACER si impegna a mettere a disposizione della comunità abitativa soluzioni concrete e a migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Parallelamente, si punta a implementare progetti welfare per gli attuali residenti, focalizzati sul concetto di prossimità, unendo l'aspetto fisico con quello digitale. L'introduzione di sensori digitali nelle case degli anziani rappresenta un passo avanti nella creazione di un ambiente sicuro e confortevole, promuovendo al contempo l'autonomia e il benessere.

Un'altra sfida importante è il rinnovo delle sedi fisiche, con particolare attenzione all'URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), dove verranno mostrate pillole informative. Queste pillole illustreranno argomenti cruciali, dall'efficienza energetica alla prevenzione della muffa, fornendo ai cittadini conoscenze pratiche per la gestione dei propri alloggi.

Particolare rilevanza viene data alla tutela delle donne vittime di violenza. ACER Bologna si è impegnata a garantire assegnazioni di alloggi alle donne che hanno subito tale percorso, sottolineando l'importanza di un approccio sensibile a questo tema delicato. La firma di un protocollo a fine novembre 2023 rassicura le donne che hanno subito violenza, garantendo che non perderanno il diritto all'alloggio, anche nel caso in cui l'assegnatario fosse il marito.

ACER Bologna si conferma, dunque, un punto di riferimento nell'ambito delle politiche abitative, promuovendo soluzioni concrete, innovazioni sociali e un'attenzione a 360 gradi verso gli utenti, creando uno spazio sicuro e inclusivo nella società.


Efficienza energetica: 40 edifici rivitalizzati con il Superbonus 110

https://www.youtube.com/watch?v=mcOvOx9qx2U

Negli ultimi due anni, ACER Bologna ha compiuto un'impresa straordinaria, portando a termine il più grande intervento di riqualificazione energetica nell'area metropolitana di Bologna, grazie al Superbonus 110. In quasi 40 cantieri, si sono svolti interventi innovativi mirati a ridurre i consumi energetici degli edifici, offrendo un concreto supporto agli assegnatari e contribuendo al risparmio energetico complessivo.

Il direttore tecnico, l'ingegnere Antonio Frighi, rivela che la sfida principale è stata operare all'interno degli alloggi con gli inquilini presenti. Le uniche opzioni disponibili erano l'applicazione del cappotto termico e la sostituzione degli infissi. Un'attenzione particolare è stata rivolta alle centrali termiche condominiali, richiedendo scelte oculate per gli edifici con impianti di riscaldamento autonomi e di proprietà pubblica.

Nei circa 30 interventi effettuati, ACER ha ottenuto risultati eccezionali in termini di riduzione dei consumi, con l'obiettivo di migliorare di almeno due classi energetiche. In alcuni casi, si è addirittura raggiunta una classe B per la maggior parte degli edifici, promuovendo un risparmio energetico significativo, stimato tra il 65% e il 75% per l'energia termica.

Spesso tali interventi sono realizzati in regime di EPC (Energy Performance Contract), in cui un operatore garantisce un miglioramento delle prestazioni energetiche del fabbricato. Gli abitanti continuano a pagare la stessa cifra o, in alcuni casi, godono di una diminuzione tariffaria, facilitando l'ammortamento dell'investimento. ACER Bologna ha adottato una prospettiva innovativa, trasferendo i costi sostenuti per tali interventi ai Comuni. Questa scelta strategica dimostra un impegno tangibile per rendere sostenibile l'ambiente abitativo e promuovere una gestione efficiente delle risorse energetiche.


Acer con la Città Metropolitana contro la violenza sulle donne

Le politiche di genere, non solo all’interno dell’azienda ma soprattutto nei confronti delle utenti, sono al centro dei progetti di welfare di Acer, in particolare nell’attuale consigliatura.

Acer non solo è partner attivo del Piano per l’Uguaglianza della Città Metropolitana di Bologna, ma agisce anche in autonomia. Attraverso patti con associazioni antiviolenza, ad esempio, l’Azienda Casa ha messo a disposizione di donne che escono da percorsi di violenza alloggi ripristinati secondo le esigenze di chi li abiterà, per permettere loro di ricostruire la propria vita lontano dagli autori di violenza.

In occasione dell’ultimo 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Acer è stata tra i firmatari del Protocollo per la promozione dell’autonomia abitativa per le donne vittime di violenza, nato nell’ambito del Piano per l’uguaglianza.

“Sappiamo tutti che il maltrattante quasi sempre possiede le chiavi di casa – ha commentato il presidente di Acer Bologna Marco Bertuzzi in quell’occasione – Molte donne che vivono nei nostri alloggi non denunciano i compagni maltrattanti perché temono di perdere la casa e, di conseguenza, i figli. Non è così, ma è difficile spiegarlo a persone con scarsi mezzi se non le si pone davanti ad azioni concrete. In questi ultimi anni Acer, di fronte a oggettive situazioni di rischio, ha ovviato con i propri mezzi, non potendo cambiare le leggi e i regolamenti regionali e comunali. Per esempio, nel caso di un marito maltrattante intestatario dell’alloggio allontanato da casa con sentenza del giudice, abbiamo passato l’intestazione in capo alla moglie che è potuta rimanere nell’alloggio con i figli. Vogliamo rassicurare le donne maltrattate che vivono nelle case popolari: denunciate perché in nessun caso perderete l’alloggio”.

L’elemento più sottolineato da Bertuzzi è che ad Acer non interessa tanto l’aspetto sanzionatorio nei confronti del maltrattante, che spetta ad altri organi, quanto la tutela delle donne maltrattate, auspicando anche che si possa prevedere punteggi preferenziali per le donne vittime di violenza nell’accesso alle case popolari e altre analoghe politiche di tutela.